Lettera scritta dal figlio di un Carabiniere..
E’ lunga ma merita di essere letta.
Lettera aperta alla Ministra Roberta Pinotti.
Chiar.ma Sig.ra Ministra,
come può constatare mi sono adeguato servilmente al linguaggio politicamente ripulito della signora Boldrini per non urtare la Sua sensibilità. Certo, questa mia esternazione non sarà all’altezza del professor Sinagra, mio amico e maestro, ma farò il possibile per esprimere il disgusto e la riprovazione per le sue – e altrui – esilaranti prese di posizione. Necessariamente devo condensare la ripugnanza generale che provo per questo sistema, quindi i “fuori tema” sono volutamente necessari e non un errore di composizione.
Lei proviene dall’ambito scoutistico e dalla setta comunista, due dispositivi pericolosi per l’Italia e per la Nazione, per cui non mi aspetto né ascolto onesto né corretta valutazione del mio scritto.
Del resto, cerchi di comprendermi, io ho solo una laurea, qualche specialità, un dottorato in filosofia ed un paio di incarichi all’università, per cui non posso ragionevolmente concorrere con voi politici. In più, non essendo superstizioso non sono neppure democratico, quindi non ho quella sapienza infusa che voi acquisite per voto o per cooptazione, come è avvenuto in questo governo illegittimo istituitosi dopo un documentato e riconosciuto golpe.
Dovrò andare per punti, e velocemente.
Lei, dopo una ridicola contorsione concettuale, ha sproloquiato di carabinieri uccisi dai fascisti. Faccia una puntata vicino al mio paese – a Malga Bala, in Slovenia – dove 12 militari dell’Arma furono torturati e assassinati dai partigiani. Uno dei tanti episodi di pulizia ideologica, perché – come documenta lo storico e giornalista Luciano Garibaldi – <<i primi a finire in foiba furono carabinieri, poliziotti e guardie di finanza>>. Lei si è arrampicata sugli specchi per giustificare una figuraccia patetica a riguardo di una bandiera, ma io trovo giusto difenderLa. La democrazia – come dice e scrive il mio amico Massimo Fini – è quel sistema di governo che l’unica dote che richiede è l’incompetenza, per poter avere soggetti sostituibili e adattabili ad ogni cambiamento e ad ogni ruolo. E Lei, signora Ministra, è molto dotata.
E mentre Lei divaga e annaspa nella palude democratica, la Digos italica compie azioni antiterrorismo contro militanti che entrano in un ufficio da una porta, leggono un proclama e se ne vanno, il Capo della Polizia Gabrielli farnetica sulla pericolosità eversiva di quattro fumogeni banalizzando la presenza di una bomba alla caserma dei Carabinieri, e i pretoriani del regime arrestano chi difende gli italiani sfrattati o toglie la bandiera della cloaca unionista europea da un balcone pubblico. Del resto, un criminale come Giuliani che tentava di uccidere dei militari assaltando una camionetta ha una piazza dedicata ed una sala a sua memoria presso <<l’aula sorda e grigia>>. Niente da meravigliarsi, quindi.
Sa, signora Ministra, parafrasando Giorgio Gaber in una sua denuncia dei terroristi, voi fate più schifo che spavento. I fogliacci de La Repubblica alzano il tiro per aumentare le vendite, si agitano per l’onda nera e la libertà in pericolo, autoassolvendosi per i crimini commessi in nome della loro libertà di espressione e non riconoscendo quello che scrisse nel 1800 il poeta e drammaturgo inglese Edward George Bulwer-Lytton: <<The pen is mightier than the sword>>, la penna è più potente della spada.
In ogni caso, una piccola soddisfazione sale. Tra un po’ Lei ritornerà a fare l’insegnante nelle scuole superiori – auspico con maggior competenza a vantaggio dei suoi poveri studenti – e del suo passaggio nell’empireo politicante rimarranno solo alcuni ridicoli appunti di cronaca, perché la Storia – da Lei e dagli altri – è lontana anni luce.
Con saluti educati ma non cordiali, scusandomi per la lunghezza dell’esposizione.
Adriano Segatori
P.S.: Qualunque perquisizione da me sarebbe tempo perso. Non ho passamontagna, né armi, né fumogeni, né ritratti del Duce, calendari o accendini con l’effige della Buonanima – con buona pace di quel fenomeno della natura che risponde al nome di Fiano. Ho solo migliaia di libri e dei ricordi di mio zio e di mio padre: il primo morto per la Marina Repubblicana, e il secondo ufficiale dei Carabinieri, con due anni in campo di concentramento, ed una grande tristezza per aver combattuto per questo regime di vergogna e di disonore.
Adriano Segatori
per voi da Emanuela Rocca